Musica in Immagini

Chi ama la musica ed ascolta con piacere le opere dei grandi maestri avrà certamente fatto l'esperienza che quello che percepisce l'orecchio si ripropone allo sguardo interno come immagine di colore e di forme. Esempio chiaro di tali impressioni é Debussy, - chi non subirebbe l'evocazione di una immagine ascoltando una sua musica? Da Debussy infatti é sorto il desiderio, ricorda Jean-François, di esprimere musica in immagine.

Jean-François ha sempre amato la musica: é cresciuto in una famiglia dove il mondo dei suoni era sempre presente, e la musica lo ha accompagnato per tutta la sua vita. Debussy, che sentiva «la musica come gioco sensuale di suoni e colori» lo ha poi spinto alle prime tele ispirate a questa arte.

Nel corso degli anni é nata così la serie di Bilder «musica in immagine». Ricordiamo, in occasione della mostra del 1996, il dipinto «Granada» dalla composizione di Albeniz: tutto rosso, ma quale ricchezza di rossi, e quale colore.

Jean-François non si é limitato agli impressionisti, ma si é avvicinato ai classici ed ai romantici: Bach, Pergolesi, Vivaldi, Mozart, Schubert, e poi Bruckner e Verdi, con una ammirevole sensibilità e nello stesso tempo forza di interpretazioni di maestri di espressione tanto diversa. Così vede la costruzione della musica di Bach strutturata in modo fortemente architettonico: forme geometriche che riproducono con estrema chiarezza l'immagine della composizione nella diversità dei colori e delle sfumature. E ancora si avvicina a Bach con Bilder che ricordano meravigliose vetrate, con colori forti e decise linee di separazione, dove appare accennata una figura, Cristo crocifisso per esempio, oppure mani tese nella preghiera. I Bilder di musica sacra sono ispirati da amore e profondo rispetto, e nello stesso tempo da vita e speranza. Così ha dipinto la Passione secondo San Matteo di Bach, lo Stabat Mater di Pergolesi, il Gloria di una messa di Bruckner ed il Requiem di Verdi. La intima comprensione della musica si manifesta poi in modo diverso ma incisivo in un quadro daVivaldi, con uno schematico paesaggio nel sole sotto un ampio cielo, oppure in una tela del quintetto di Schubert, con i cinque interpreti abbozzati immessi nel mistero di un succedersi di una gradazione di viola.

Un rapporto intenso lega Jean-François anche alla musica spagnola: la gioia di vivere iberica nei ritmi della musica irruenta di Albeniz e di un de Falla é riprodotta magistralmente nei colori vivi e nelle figure abbozzate. Ma l'arco dei maestri ammirati e amati é ampio: egli ha ascoltato e poi dipinto anche Bartok e Stravinsky. E poi c'é la serie dei Bilder di Debussy, scintillante e spumeggiante nel «Printemps», leggero e meditativo nel «Jardins sous la pluie». Molto impressionante il «War Requiem» di Britten dove si materializza il ripetuto ricordo del commovente brano «let us sleep now». Buon ultimo un quadro irresistibile dal titolo «Jam Session».

Dipingere la musica é forse possibile solo ricorrendo all'astrazione. Così questi Bilder di Jean-François non sono figurativi: essi vivono di colore e di forme integrate dal colore. L'azzurro é indubbiamente il suo colore preferito, azzurro trattato in modo così sottilmente variato che il quadro acquista una profondità che affascina e che si perde, grazie all'inserimento di elementi gotici solo accennati, in uno spazio solenne. A questo si aggiugne il rosso, profondo ed infuocato, e poi il giallo ed il bianco che danno al quadro luce, gioia e un senso di trascendenza. Non meraviglia infine che la sua professione di architetto, esercitata con successo durante tutta la sua vita, abbia influito sulla sicura composizione dei Bilder fino nel dettaglio.

Si aggiunge un terzo elemento: la parola. Per Jean-François il titolo di una opera musicale é importante, come lo sono le annotazioni del compositore che talvolta accompagnano la sua creazione. Così le impressioni suscitate dall'ascolto di una musica, i ricordi di concerti meravigliosi, e spesso le parole scelte dal musicista per integrare la sua opera, confluiscono nella creazione del quadro in una sintesi che ci convince e ci allieta.

Trenta sono i Bilder presenti in questa raccolta. Essi ci permettono di conoscere un altro aspetto dell'opera di Jean-François. Da anni i suoi paesaggi dell'Engadina, della Grecia e dell'Africa, come le sue impressionanti figure umane, hanno acceso l'interesse e, nelle sue mostre, suscitato la gioia e l'emozione del pubblico. Oggi l'artista ci presenta questa serie di Bilder ispirati alla musica mostrando una eccezionale sensibilità e profondità di spirito. Riuniti in questo libro i Bilder di «musica in immagini» ci permettono di scendere nella loro profondità: un regalo di Jean-François a chi é attratto dalla sua arte.

Marcella Maier
(traduzione CM)